Ho sentito parlare di Arturo Melocchi già quando ero un bambino piccolino. Questo perché mio papà studiava con Mario e Marcello Del Monaco e con Franco Corelli.
Lui mi portava alle sue lezioni e io ascoltavo i vocalizzi e gli aneddoti che questi grandi raccontavano a mio padre.
Lo stesso mio papà incontrò più volte Melocchi
insieme al suo amico baritono Aurelio Burzi di Pesaro, un baritono dalla voce molto potente, italiano ma famoso in Belgio.
Mi raccontava di questi vocalizzi “forti” con la mano che spingeva indietro la mascella inferiore e poi l’agonia da non poter più parlare. Per questo, dopo le lezioni andavano sempre al cinema.
Successivamente, dopo il diploma di pianoforte, sono diventato tenore anch’io, perché frequentavo sempre i grandi della Lirica, sentivo le tante registrazioni in cassetta di mio padre con Del Monaco. In queste registrazioni si sentono anche Giuseppe Giacomini, Gianfranco Cecchele, Silvano Carroli e Nicola Martinucci; tutti vocalizzavano sulla vocale “U” molto profonda.
Dopo la scomparsa del “Costruttore di voci” Melocchi nel 1960, non c’era più nessun maestro in grado di insegnare quel metodo. Allora Gastone Limarilli, allievo di Melocchi, diede l’idea a Marcello Del Monaco di proseguire questa avventura e impose al fratello del grande Mario di diventare insegnante di tecnica vocale. E cosi fu.
I risultati furono memorabili, con una lista di cantanti di altissimo livello.
Iniziai quasi per gioco, come un esperimento, provavo quei vocalizzi con la “U” che sentivo nelle registrazioni.
A forza di insistere ogni giorno iniziai scoprire una voce che non avevo mai avuto, mio padre poi continuò con i suoi consigli.
Incontrai poi tutti gli allievi di Melocchi per studiare con loro:
Gastone Limarilli, Franco Corelli, Aldo Bottion, Mario Melani, Leodino Ferri, Paride Venturi, Delio Polenghi, Aurelio Burzi. E poi gli allievi degli allievi di Melocchi: Giorgio Merighi e Luis Lima.
Limarilli mi regalò molte foto originali e molte lettere scritte dal maestro, nonché le lezioni di canto registrate su bobina originali complete (su YouTube ce n’è solo una piccola parte).
Il tenore Aldo Bottion mi raccontava che, dopo le lezioni da Melocchi, insieme a Corelli andavano sulla spiaggia di Pesaro continuando vocalizzare ancora come matti fino a perdere la voce e che dopo 3 giorni di riposo le voci erano grandi il doppio.
Franco Corelli mi parlava sempre e solo di Melocchi. Egli fu il solo maestro ad eliminare il forte vibrato che aveva ad inizio carriera.
Corelli aveva una fobia: quella della laringe che si alza. Per questo aveva terrore cantare in teatro, per paura di perdere l’appoggio.
Andò quindi da Melocchi e in qualche mese di lezioni con la vocale “U” riuscì sistemare i problemi.
La storia di Corelli allievo di Volpi è stata fraintesa e quindi sento il dovere di riportare le parole del mio maestro Corelli:
“Andavo con mia moglie per incontrare il fenomenale Giacomo Lauri Volpi, amavo sentire quegli acuti incredibili, delle vere lame taglienti, mi diede molti consigli e io che ero un suo fan, lo ascoltavo e provavo, subito questi consigli erano molto buoni ma tornati a Milano, una settimana dopo o 10 giorni al massimo, dovevo tornare al vecchio metodo cioè alla Melocchi-maniera, i consigli di Volpi non aveva lunga durata.”
Io, Giovanni Ribichesu, ho provato molte tecniche, ho studiato con tutti i maestri del mondo e posso cantare solamente con questo sistema: il metodo Melocchi è per me il più sicuro e utile per una carriera.